“Le cose belle sono lente… Bisogna imparare ad aspettare”
Titolo originale: Pane e tulipani
Regista: Silvio Soldini
Soggetto e sceneggiatura: Doriana Leondeff e Silvio Soldini
Cast principale:Licia Maglietta, Bruno Ganz, Giuseppe Battiston, Antonio Catania, Marina Massironi, Felice Andreasi
Nazione: Italia
Anno: 2000
Con Pane e tulipani nel 2000 Silvio Soldini e tutto il cast sbancano ai David di Donatello e rinfrescano la commedia all’italiana.
Tra commedia all’italiana e innovazione
Tra i tanti meriti di quel piccolo cult del cinema europeo che è Pane e tulipani c’è, infatti, quello di essere stata – almeno per l’epoca – una commedia lontana dai topoi narrativi e descrittivi della commedia all’italiana, anche nella sua accezione più nobile.
Della classica commedia troviamo però la leggerezza nel raccontare un percorso di formazione – o meglio di ritrovamento di se stessa – della protagonista. Come i tulipani del titolo, che sono di origine persiana e non olandese come tutti sbagliano e credere, Rosalba si rivelerà molto diversa da come ci appare all’inizio, sorprendendoci con le sue scelte fuori dagli schemi.
Licia Maglietta, all’epoca sconosciuta al grande pubblico, interpreta questa casalinga di Pescara che, in gita di gruppo a Paestum con la famiglia, viene dimenticata all’autogrill. Si era attardata in bagno, per recuperare la fede nuziale caduta accidentalmente nel water.Appena capisce che per lei questa è l’occasione di passare un po’ di tempo da sola, decide di non aspettare che il pullman torni a prenderla per continuare il viaggio verso Roma, con marito, figli e amici.
Trova un passaggio per tornare a casa e poi un secondo verso nord. Quando le viene chiesto se può guidare lei, arrivata allo svincolo per Pescara, tira dritto verso Venezia, dove è diretto il suo caronte, perché lei non c’è mai stata.
In una Venezia dal fascino sempre più quotidiano e sempre meno turistico, Rosalba incontra personaggi tanto squinternati quanto poetici. Innanzitutto, Fernando (il compianto Bruno Ganz), cameriere islandese con un raffinato eloquio italiano. Con gran gusto, le porta pietanze elegantemente decorate e le apparecchia la colazione la mattina.
Fernando ha un cappio appeso al soffitto della sua camera da letto. La seconda sera che Rosalba dormirà ospite in casa sua, il cappio sparirà. E gli spettatori capiranno che Rosalba e Fernando si cambieranno la vita a vicenda, tra una declamazione a memoria dell’Orlando Furioso, una serata in balera e una suonata di fisarmonica.
Rosalba perde il treno due volte e si arrende al suo desiderio: prendersi una vacanza dalla sua vita restando a Venezia. Licia Maglietta ci svela così, piano piano, la vera natura di questa donna: non solo una madre, non solo una moglie, ma una donna piena di femminilità e di morbida e normale sensualità.
Si fa assumere come aiutante da Fermo (Felice Andreasi), fioraio anarchico che la paragona a Vera Zasulich, una libertaria russa dell’Ottocento. Le impartisce lezioni sui fiori e sull’importanza della lentezza delle cose belle.
Fa amicizia con Grazia (Marina Massironi), massaggiatrice olistica in cerca d’amore. Cerca di sfuggire a Costantino (Giuseppe Battiston), detective improvvisatissimo, assunto dal marito di Rosalba (Antonio Catania) per riportarla a casa a stirargli le camicie.
Un film poetico
Il cast, premiatissimo, di Pane e tulipani serve perfettamente una sceneggiatura apparentemente semplice, ma raffinata e un soggetto divertente ed equilibrato. Soldini e Leondeff giocano con i simboli e le immagini, comprese quelle oniriche della protagonista, che sembra capire meglio la sua realtà quando sogna.
Pane e tulipaniè un film delicato, gentile e poetico. Ogni volta che lo si vede, a guardarlo facendosi trasportare dalla sua leggerezza, si può notare qualche dettaglio prima sfuggito.
Ad esempio, se siete cinefili noterete un omaggio al film L’appartamento. Grazia scopre la verità sull’uomo di cui si è appena innamorata e piangendo esclama: “Ho sempre avuto sfiga: la prima volta che uno mi ha baciata, è stato in un cimitero!“. La stessa battuta l’aveva pronunciata Shirley MacLaine nel celebre film di Billy Wilder.
È anche un film che suscita sempre qualche riflessione nuova. Se vi interrogate sul senso del viaggiare e del fare i turisti – magari seguendo la nota distinzione che si ritrova ne Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci –noterete che l’inizio del film è una descrizione del turismo di massa. Pieno agosto, sotto il sole, negli scavi archeologici di Paestum una guida descrive i luoghi con parole retoriche, a beneficio di turisti in gita che, risaliti sul pullman, non sfuggiranno alla dimostrazione di pentole.
Quando, invece, Rosalba cerca il primo passaggio e inizia a muoversi, è già diventata una viaggiatrice, ancora prima di arrivare a Venezia e seguire l’istinto di restare per un po’.
Vorrei consigliarvi di guardare (o riguardare) Pane e tulipani con attenzione per notarne le sfumature. Ma, in realtà, è meglio guardarlo ricordando le parole di Fernando: “la distrazione, a volte, può essere fatale”. E non sempre in senso negativo.
3 motivi per guardarlo:
- Per Licia Maglietta e Bruno Ganz, ma anche per un giovane Giuseppe Battiston.
- Per ridere e sorridere con l’immaginario semplice ma squinternato di Silvio Soldini e Doriana Leondeff.
- Per lasciarsi sorprendere da una Venezia insolita e inaspettata.
Quando vedere il film:
È sempre un buon momento per vedere Pane e tulipani. Ma il momento ideale è quando avete bisogno di una dose di buonumore oppure quando pensate che la vostra vita sia ad uno stallo e vi serve di rammentare che basta poco per cambiarla.
E a proposito di donne nel cinema, che ne dite di (ri)leggere la precedente uscita del cineforum sulla mitica Gilda?
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Stefania Fiducia